Raffaella Misiti

Raffaella Misiti svolge attività di cantante dal 1988 e di insegnante di canto e interpretazione dal 1992 in Italia e all’estero.

Docente di Canto Pop al Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone, è direttrice musicale e docente di tecnica vocale e repertorio del musical al LIM – Laboratorio IALS Musical di Roma.

La passione per il jazz e per il teatro musicale l’ha portata ad avere una profonda conoscenza dei repertori e a lavorare sul campo come vocal coach di artisti e compagnie di Musical a livello nazionale.

Come Vocal Coach nel teatro musicale e nello spettacolo, ha seguito performers impegnati nelle produzioni teatrali di musicals internazionali.

Attualmente è impegnata come Vocal Coach nella scuola di “Amici di Maria de Filippi”.

I Pentagram

I Pentagram sono un gruppo heavy metal statunitense. Rappresentano un nome di culto all’interno della scena metal mondiale perché precursori, come i più famosi Black Sabbath, di uno stile plumbeo, oscuro e rallentato che avrebbe poi dato origine al doom metal.

La storia della band è piuttosto travagliata e fatta di uscite discografiche di gran valore, ma anche da numerosi scioglimenti e cambi di formazione che vedranno nello storico cantante Bobby Liebling l’unico membro fisso.

 

Formatisi nel lontano 1970, arrivarono solo 15 anni dopo alla pubblicazione del primo vero album ufficiale.

John Pell – A boy and his guitar

Come lo ha spesso descritto il suo grande estimatore John Peel Anthony e’ un ragazzo con la chitarra. Nato e cresciuto sull’isola di Wight prima di imbracciare la sua 6 corde Anthony è stato batterista e soprattutto membro fondatore degli Hefner, la “Largest Small Band” tra le più sottovolatute di sempre in Inghilterra e fuori.

Terminata sul finire del 2001 l’avventura Hefner al fianco dell’amico di sempre Darren Hayman, Anthony, l’anno successivo, da alle stampe il suo debutto solista. In “A Long Way To Blow A Kiss” finiscono tutte le composizioni casalinghe ‘assemblate’ tra il ’99 e il 2001 con un semplice otto tracce. Nella tracklist fanno capolino anche le quattro canzoni realizzate ed eseguite, mesi prima, per una delle storiche John Peel Session alla quale ANT avrà l’onore di essere invitato. La puntata sarà trasmessa on-air il 12 ottobre del 2000.

 Il successivo disco ha invece natali interamente italiani.

“Footprints Through the Snow“ registrato in solo 8 giorni in una calda estate bolognese vede la luce sull’italiana Homesleep Record, label in passato ‘casa’ di artisti e band del calibro di Giardini di Mirò, Sodastream, Piano Magic, Amour Fou e molti altri. E’ proprio questo emozionante raccolta di fragili composizioni acustiche a svelare il talento di Anthony anche dalle nostre parti e ad imporre “Footprints…” tra i dischi più ascoltati e apprezzati in quegli anni dagli appassionati del genere.

 Successivamente Anthony si prende una lunga pausa, e a parte qualche mini album, singoli e free download, il nostro si ritira in Svezia, dove tutt’ora vive, dedicandosi sempre più a tempo pieno alla sua famiglia e ai suoi splendidi bimbi.

 L’attesa si interrompe però l’anno scorso, quando nel marzo del 2012, la WWNBB, un’altra label italiana a dimostrazione della stima e degli apprezzamenti che da sempre ANT raccoglie in Italia, pubblica “THE BIRDS SING GOODNIGHT TO YOU AND ME”. Nel difficile compito di realizzare il terzo album Anthony riceve il prezioso contributo dei suoi amici di sempre. Darren Hayman, John Morrison and Jack Hayter, insomma gli Hefner al gran completo, prendono parte a questo disco dal forte spirito folk e dall’irresistibile tocco melodico.

 C’è lo spirito naif dei Page France, soprattutto nella descrizione pop di piccoli momenti quotidiani; come in un’ideale collezione di acquerelli a tinte chiare, mentre ogni tanto si aggiunge qualcosa senza esagerare all’impostazione acustica dei brani. Nel gioco dei rimandi e dei richiami c’è anche qualcosa di Stuart Murdoch che si specchia, seppur solo marginalmente, in alcune armonie. La musica di Ant è un piccolo colpo di fulmine nella torrida ed impietosa estate. Ora non resta che trovare l’albero perfetto e adagiarsi nella sua ombra clemente ad oziare con la musica adatta. Poi verrà qualche usignolo a cantare la più mordiba buonanotte possibile. – Enrico Sachiel Amendola – IndieForBunnies 

Michele Selva

Concertista e docente presso l’Istituto Musicale Sammarinese, Michele Selva si diploma nel 1999 con il massimo dei voti e, parallelamente all’attività musicale, si laurea in filosofia con lode. Attento agli sviluppi della musica del Novecento e contemporanea ha partecipato a diverse prime esecuzioni, anche dedicate, di fondamentali compositori italiani e internazionali. Tiene recital, concerti e lezioni presso le più importanti istituzioni in Italia e in Europa; (tra gli altri: Festival Angelica-Bologna, Emufest-Roma, Eterotopie, Verona Contemporanea, Biennale Venezia, Oh-Ton Festival, GoteborgArt Sound, Forfest Festival, Winter Festival, ecc), si esibisce regolarmente in tutta Europa.

 

Michele Selva conversazione e concerto – Forlì

Giovedì 26 settembre 2013

Anteprima della XXIV stagione di Area Sismica 

Rassegna Musica Inaudita

Michele Selva: sassofoni

 

La conversazione/concerto con i sassofoni di Michele Selva vuol essere un qualcosa di paradigmatico e riassuntivo nel contesto della poetica e della programmazione contemporanea e trasversale di Area Sismica.

L’intento non è quindi solo performativo o estetico nell’ottica più tradizionale ma – con umiltà in causa – anche cultural-critico e didattico, abbandonando il senso più accademico e pedante del termine.

Per presa di posizione ogni concerto all’Area Sismica – soprattutto se di stampo contemporaneo – è da sempre introdotto dalle parole dell’esecutore nell’intenzione di avvicinare e aumentare la percezione della propria musica.

L’incontro vuol essere proprio questo: una conversazione intorno ad alcuni luoghi dell’esperienza contemporanea contrappuntata da ascolti dal vivo capaci di restituire la vicinanza della musica di oggi e ne facciano (in costellazioni) risaltare le cifre e alcune varietà-peculiarità, siano esse legate all’accademia, al jazz, al pop, al mondo artistico, filosofico, letterario, culturale del nostro tempo. 

Durante l’incontro verranno proposti ascolti dal vivo e frammenti dalle musiche di:

Giacinto Scelsi, Paul Méfano, Luciano Berio, John Cage, Jacob TV, Sylvano Bussotti, Philip Glass, Steve Reich, Terry Riley, Graham Fitkin, Jean Claude Risset, Roberto Doati, Karlheinz Stockhausen.

 

Concertista e docente presso l’Istituto Musicale Sammarinese, Michele Selva si diploma nel 1999 con il massimo dei voti e, parallelamente all’attività musicale, si laurea in filosofia con lode. Attento agli sviluppi della musica del Novecento e contemporanea ha partecipato a diverse prime esecuzioni, anche dedicate, di fondamentali compositori italiani e internazionali. Tiene recital, concerti e lezioni presso le più importanti istituzioni in Italia e in Europa; (tra gli altri: Festival Angelica-Bologna, Emufest-Roma, Eterotopie, Verona Contemporanea, Biennale Venezia, Oh-Ton Festival, GoteborgArt Sound, Forfest Festival, Winter Festival, ecc), si esibisce regolarmente in tutta Europa.

 

Ingresso libero

 

Col sostegno della Fondazione Cassa Risparmi Forlì 

 

In occasione di questo evento verrà presentato il calendario dei primi 3 mesi della XXIV stagione di Area Sismica.

 

Chiostro Palazzo Talenti – Piazza Saffi, Forlì

 

Forlì

Wilma

La band è costituita da Wilma, alias Silvia Caccianiga, nonché cantante dalla voce black come i suoi capelli e i suoi boys che completano la formazione del Continental Club: Claudio Sinigaglia alla chitarra , Matteo Cominetti al magico contrabbasso, Marco Diana al sassofono e Luca Pol alla batteria. Nonostante la sua recente creazione, la band vanta di elementi validi e traboccanti di passione ed entusiasmo per il genere che vogliono offrire per far riscoprire alla gente la magia e le atmosfere suadenti degli anni ’50 proponendo brani che spaziano dall’ R&B, boogie-woogie e swing.

 

Silvia Caccianiga-voice
Claudio Sinigaglia- guitar
Matteo Cominetti- doublebass
Luca Pol Pallina- drums
Marco- Sax.

https://www.facebook.com/pages/Wilma-the-Continental-Club/575528242498401?fref=ts

Alessandro Usai

Alessandro Usai, classe 1983, si distingue in ambito jazzistico vincendo prestigiosi premi nazionali come il Premio Massimo Urbani e suonando nei piu importanti festival italiani.
Nell’ambito blues accompagna artisti internazionali del calibro di Melvia Chick Rodgers(Umbria jazz 2010 2011, Narni Black Festival, Porretta Soul Festival 2010 2011)cantante di memphis prodotta da Koko Taylor, Sharon Lewis di chicago, Peaches Staten e altri.

Ed Gerhard

Ed Gerhard è uno dei più talentuosi chitarristi acustici e “slide” della scena musicale americana. Il suo magico tocco strumentale, basato su di un uso inventivo delle accordature aperte, e la sua splendida sensibilità per la melodia rendono le sue composizioni uniche. Gerhard è un maestro nel creare atmosfere magiche con poche note, ma di grande intensità: da autentico poeta della chitarra egli sa realmente raggiungere il cuore dell’ascoltatore con una singola nota! Le fonti della sua ispirazione sono le più varie: vecchie ballate celtiche, musica africana, messicana e hawaiana, canzoni di Lennon & Mc Cartney, blues di Missisippi John Hurt….Ed Gerhard e AIRETT: un connubio davvero unico e speciale per fare conoscere la Sindrome di Rett e l’AIRETT, e raccogliere fondi a sostegno della ricerca e dei numerosi progetti che l’Associazione stessa attua e segue a favore delle bambine dagli occhi belli.

Tame Impala

Il loro secondo album Lonerism, pubblicato lo scorso ottobre, ha ricevuto apprezzamenti da tutto il mondo e le approvazioni da altri artisti e celebrità, tra cui forse il riconoscimento più toccante di tutti: la cover di Feels Like We Only Go Backwards da parte dell’adorabile coro PS22: PS22 Chorus “Feels Like We Only Go Backwards” Tame Impala.

I Tame Impala sono Kevin Parker, Dominic Simper, Jay Watson, Nick Allbrook e Julien Barbagello, aggiuntosi recentemente. La band si è formata nel 2007 e il loro primo EP è stato rilasciato nel 2008, seguito da Innerspeaker, album di debutto nel 2010 e Lonerism (2012).

L’ascolto di un album dei Tame Impala o la visione di un loro concerto è un’esperienza che è completamente una favola, piena di semplice bellezza e creatività senza limiti.

Il loro album di debutto, Innerspeaker è stato accolto con grande entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico grazie al suo modo contemporaneo di usare un suono che sembrava dimenticato, il tutto unito ad uno stile unico di comporre la melodie. L’album è stato registrato e prodotto interamente da Kevin in una casa sull’albero con vista a 180 gradi sull’Oceano Indiano, a poche ore sud-ovest di Perth. Questo album ha aperto alla band le porte della musica internazionale e ha permesso ai Tame Impala di esibirsi a Glastonbury, T In The Park, Roskilde, per non parlare di tutti i sold out registrati in occasione dei loro show nei club di tutto il mondo, un salto a Late Night with Jimmy Fallon a New York, e un posto nelle migliaia di liste “album del 2010”.

Dopo il vortice di Innerspeaker, i ragazzi si sono riposati per un po’. Non molto tempo dopo, Kevin entrò nel tunnel creativo e cominciò ad avere le idee per il secondo album. Grazie ad un set up portatile, l’album è stato registrato in tutto il mondo, prevalentemente a Perth e a Parigi. Anche in questo caso, è stato mixato da Dave Fridmann e il risultato finale è stato Lonerism, uscito nell’ottobre 2012. La scrittura è gioiosamente irregolare come sempre, liricamente dolce e casual, è rilassata ma mortalmente seria allo stesso tempo e soprattutto profondamente amorosa.

Il 2012 è stato per i Tame Impala un anno davvero importante, nomination agli MTV e Grammy Awards, oltre alla loro partecipazione ai migliori festival d’Europa e America.

“Lonerism”è il secondo album con il quale i Tame Impala hanno confermato la loro grandezza artistica.
Dopo i due singoli, Elephant e Feels Like We Only Go Backwards, qualche giorno fa hanno pubblicato il terzo, Mind Mischief accompagnato dal video: http://www.youtube.com/watch?v=BgK_Er7WZVg

Dopo il sold-out di Milano lo scorso Ottobre, i Tame Impala hanno proseguito il loro tour mondiale riempiendo ogni location. Confermata la loro presenza al ‘Primavera Sound 2013’ e al ‘Coachella’, faranno ritorno nella nostra penisola a Luglio per due eventi importanti: Ravenna Festival il 9 Luglio, UNALTROFESTIVAL a Milano il 10 Luglio, evento che vedrà la partecipazione anche di THE LUMINEERS.

Azure Blue

Per chiunque segue la scena pop scandinava, e svedese in particolare, il nome di Tobias Isaksson dovrebbe essere in cima alla lista dei pezzi da novanta insieme a gente come Jens Lekman, Pelle Carlberg, John Anglegard etc…

C’era lui dietro all’amabile dolcezza folk dei Laurel Music, e sempre lui nella cabina di regia dei due colorati e irresistibili album degli Irene, entrambi progetti usciti sulla leggendaria Labrador Records. A qualche anno di distanza, con la creazione del progetto AZURE BLUE, interamente solista, Tobias confeziona un’importante punto di incontro tra un’immediato indie-pop cantautoriale e un’elettronica effettata da microdettagli tra scie colorate, chitarre scampanellanti, drum machine e beat liquidi. Attraverso nove piccole gemme che delineano un caldo tramonto all’orizzonte in qualche glaciale mare antartico, “Rule of Thirds” si è guadagnato lo status di uno dei migliori esordi scandinavi usciti da diversi anni a questa parte.

Seppur l’atmosfera possa sembrare fredda e malinconica ad un primo distratto ascolto, al contrario, invece, il synth si dimostra caldo ed avvolgente, come in “Seasons”, nostalgico pezzo di riflessi luccicosi o “Little Confusion” in cui le chitarre scampanellanti nuotano fra ritmi sghembi di drum. Acqua cristallina “Long Way Down”, un inno verso sogni lontani, tra diffusioni corali che talvolta sfociano in rimandi alla chillout o al lounge. La morbida voce di Isaksson inoltre si dimostra ottima per intraprendere questo viaggio, sicura e rodata non pecca mai né quando viene messa più flebile in secondo piano per risaltare la liquidità dei beat, prendete ad esempio “Two Heart”, né quando è lei che conduce la rotta, come in “Dreamy Eyes”. – Rockline.it

Nei suoi trentatré minuti di durata possiede una compattezza che i lavori di Laurel Music e Irene non avevano, e ha molto da insegnare, in fatto di songwriting, a tanti altri pur bravi artisti scandinavi “di moda” (dagli emergenti JJ agli sperimentatori Peter Bjorn & John) che mettono insieme indie-pop ed elettronica.- Ondarock.it

Se Laurel Music era il suono di un primo amore perduto e Irene il sogno impossibile di un’estate infinita di amore, AZURE BLUE è la notte del giorno dopo, quella dei ricordi. È la sintesi e la riflessione del futuro in una volta. – Rockline.it
 

Gipsy Rufina travelling singer

“Dopo una carriera musicale dedicata fin da adolescente al rumore, alla velocità e alla più classica delle ribellioni sonore quale il punk-hardcore di fine anni 80 e 90, Emiliano, con lo pseudonimo di Gipsy Rufina, pur mantenendo sempre in giusta dose quel retaggio punk nello spirito, si apre inevitabilmente nel 2002 a sonorità acustiche in definitiva più mature e meno aggressive ed esplorando il mondo circostante non solo attraverso viaggi e tour in solitaria, ma anche mediante melodie, arrangiamenti e composizioni dal sapore folk tradizionale che rimandano, senza per questo mai cadere nel “déjà entendu”, ai grandi classici del cantautorato in puro spirito “Troubadour” come Woody Guthrie, Townes Van Zandt ma anche G.G.Allin dei primi tempi per citarne alcuni.

Chitarra, suonata con dovizia tecnica ed estrema naturalezza; armonica, perfetto accompagnamento e completamento di testi talvolta curiosi talvolta intimistici, e voce, mai ostentata nè pretenziosa seppur di grande impatto qualitativo ed espressivo, sono gli strumenti che identificano la musica scarna ed immediata di Gipsy e di cui egli stesso si serve, calibrando umiltà ed indiscutibili doti compositive, per donare – anche se inconsciamente – all’ascoltatore un mezzo attraverso cui poter sognare mondi e situazioni senza mai annoiarsi.

Quando”less is more” non spaventa, ma al contrario diventa il punto di forza.
Gipsy Rufina non è quindi soltanto un soprannome, ma è l’espressione di qualcosa di più di un semplice progetto musicale di cui è interprete: è la sintesi autobiografica in chiave sonora tra attualità e tradizione, tra esplorazione e introspezione, tra viaggio e casa”

Blue Willa Art/Rock da Firenze

Gli Ex Baby Blue tirano fuori questo disco che a sorpresa diventa per tutti la bomba grande di inizio 2013. La celebre rivista Mucchio Selvaggio gli da la  sua prima copertina dell’anno mentre in Spagna quelli del Primavera Sound gli riservano un posto in quello che è uno dei Festival migliori del mondo.
L’omonimo disco è prodotto artisticamente da Carla Bozulich (Evangelista, The Geraldine Fibbers, Scarnella, Ethyl Meatplow) ed esce per la bolognese Trovarobato. Undici pezzi che Federico Guglielmi ha definito Art/Punk e significa che i quattro fiorentini mettono dentro a questo disco una perfetta commistione di elementi diversi che vanno appunto dal punk, al blues, al rock più generico, ma il tutto con una certa attitudine al cabaret. 

Gianni Grollo

Grollo_Giannib.jpgA 94 anni fa un disco per l’Africa

Il coneglianese Gianni Grollo, padre del chitarrista Alberto, ha realizzato un album in cui, al pianoforte, suona vecchi successi che hanno fatto la storia della musica. Presentazione il 29 novembre al Ristorante Relais Ca’ del Poggio. Il ricavato servirà a costruire un pozzo d’acqua in un villaggio della Sierra Leone

“La musica spegne la sete”. La musica è del coneglianese Gianni Grollo, padre del chitarrista Alberto, che a 94 anni ha realizzato un disco in cui, al pianoforte, suona vecchi successi che hanno fatto la storia della musica.

La sete è quella dei popoli africani, un tormento che non lascia indifferente Gianni Grollo, tanto che i proventi derivanti dalla vendita del disco saranno devoluti ad Engim, associazione non governativa presente in 13 Paesi di Africa, America Latina, Asia ed Est-Europa. L’obiettivo? Contribuire alla costruzione di un pozzo d’acqua in un villaggio della Sierra Leone.

“Mio figlio Alberto dice che, per aver inciso un disco a 94 anni, dovrei essere incluso nel Guinness dei Primati – racconta Gianni Grollo -. A me i record non interessano: l’ho fatto soltanto per uno scopo benefico. E’ una raccolta di canzoni del tempo in cui la musica leggera era soprattutto ritmo e melodia. Spero di divertire e suscitare qualche ricordo. Consideratelo una preziosa goccia d’acqua in un deserto di sete e miseria”.

Alberto Grollo, noto chitarrista, ha collaborato con papà Gianni, facendogli da tecnico da suono e indirizzandone l’estro. Lo stile che emerge da “Vecchie ma ancora belle” è personale. Gli arrangiamenti, talvolta, sono geniali. Ma soprattutto sorprende l’età dell’autore. Il resto – e in fondo è la cosa più importante – lo fa il nobile scopo che sovrintende alla realizzazione dell’opera. Con Gianni Grollo e il suo pianoforte, la musica spegne davvero la sete.

DJ Luigi

Di origine etiope ma cosentino d’adozione, il rapper, produttore e disc-jockey, Dj Lugi è considerato uno dei fondatori della scena rap/hip-hop italiana e soprattutto calabrese. A Cosenza inizia la sua esperienza con i South posse, prima, e la Minamò , dopo, negli anni ’80-‘90.
Lo stile funky e le metriche precise fanno ben presto di Dj Lugi un riferimento per originalità e positività. Diventa ospite costante nei dischi dei maggiori rapper italiani, tra cui Neffa in “Messaggeri della Dopa”, nel ‘96, e “107 elementi”, nel ‘98; su “Novecinquanta” del produttore, Fritz da Cat nel
‘99 e, nello stesso anno, collabora sia come rapper che come Beat-Maker alla produzione, postuma, del disco di Joe Cassano, “Dio Lodato”.
È solo nel 2000, però, dopo essersi trasferito a Bologna (dove risiede tuttora), che finalmente realizza il suo primo disco solista “Ca’Pù”, uscito per la Jackpot Recods di Neffa. Recentemente ha prodotto il suo secondo album solista “Lugibello e Lugifero”, nel 2008, in collaborazione con Dj Tib.
Il rapporto di collaborazione nasce nel ‘04-’05 con la fondazione della Funky Vag Crew e le famose serate al “ Vag 61” di Bologna assieme ad altri dj del luogo tra cui anche Cripto. Oltre i continui rapporti di collaborazione con molti artisti della scena reggae/hip hop italiano, nel dicembre del ‘09 insieme a un gruppo di rapper, beat maker e dj calabresi realizza “Bidimucchinescia” ep, dispondibile in free download. Sempre nello stesso periodo inizia la collaborazione con Audioplate Records, tramite la costante frequentazione dello “Studio 61”, con cui sono in cantiere nuovi testi e nuovi beats perché…..

Pino Marino

Pino Marino considerato uno dei più autorevoli cantautori italiani , ha già scritto e interpretato tre dischi fondamentali per la musica italiana: “Dispari” nel 2000 e “Non bastano i fiori” nel 2003 che vince il Premio Ciampi come miglior disco di esordio,Non bastano i fiori è fra i migliori 15 dischi italiani dell’anno. Pubblica con Domenico Procacci e RadioFandango / NuN Flower il suo terzo disco “Acqua Luce e Gas” nel dicembre 2005 ,finalista per la Targa Tenco 2006 come miglior disco dell’anno con De Gregori, Capossela, Bersani e Baustelle. Durante l’intervista ci racconterà della sua carriera, ma soprattutto ci farà ascoltare in ANTEPRIMA dei brani estratti dal suo nuovo disco in uscita a primavera. Pino Marino è anche paroliere per alcuni interpreti della canzone italiana, recentemente si è dedicato alla narrativa scrivendo un libro di racconti che sarà pubblicato nel 2013. 

Vladimir Olshansky

Vladimir Olshansky Laureato alla Scuola Nazionale del Circo e del Teatro di Varietà di Mosca, Clown Guest Artist del Cirque du Soleil, Ruolo principale in giallo in Slava Snow Show di Slava POLUNIN, Direttore Artistico di Soccorso Clown, Raul Wallemberg Humanitarian Award, New York, USA, PREMIO Michelangelo, Firenze-Italia, PREMIO per il migliore show e artista dal Entertainment Festival di Mosca, Russia.

Massimo Gilioli

Massimo Gilioli, cantautore sassolese, ha fatto parte dei Mocogno Rovers dal 1995 fino allo scioglimento della band. Con la band, all’epoca capitanata dall’attuale cantante dei Modena City Ramblers, Davide “Dudu” Morandi, ha contribuito al cd “La Repubblica del Folk” (1998) – autore dei brani: “La cimice” e “La farfalla”. Ha inoltre lavorato al progetto Ciappajuta (1999-2002) con Federico Barbieri e Christian Rebecchi. Progetto da cui sono nate due raccolte di brani (l’omonimo “Ciappajuta” del 2000 e “Luparadiso” del 2002). A seguire, ex chitarrista de Les Shoulders Ensamble, band in delirio Psycho Rusticano.

Intervistato, ha rilasciato queste laconiche parole “Ora canto e chitarro in italiano senza prodotti discografici da vendere…domani chissà…forse vi stupirò…ad esempio con un salto alla fosbury dal Ponte Vecchio a Firenze…”.

Le Smammas parlano, anzi ….cantano – Ufficio stampa Smammas

Una nuova band, tutta al femminile, fa il suo ingresso sulla scena musicale italiana con una hit che ha tutte le carte in regola per diventare la colonna sonora dell’autunno 2012.
Benedetta, Ana Flora, Gisella e Carla, in arte “Le Smammas”, sono quattro mamme che hanno deciso di non restare in silenzio di fronte al futuro incerto dei loro figli e dei ragazzi di tutta Italia.
Le Smammas hanno scelto un modo insolito per portare all’attenzione dell’opinione pubblica il tema tutto Italiano, tornato d’attualità proprio in questi giorni, dei giovani che seppur meritevoli non riescono a essere indipendenti e restano a casa fino a 30 anni.
“Per arrivare qua abbiamo dovuto superare una buona dose di timidezza, però ora ci siamo e siamo qua per dare un messaggio.”
“Noi adoriamo la musica, in particolare l’R&B, e abbiamo scelto questo linguaggio per parlare con voi!”- affermano le Smammas.

Per ulteriori informazioni visita:
Il sito www.smammas.it
Il canale ufficiale YouTube http://www.youtube.com/user/LeSmammas/videos?flow=grid&view=0
Gioele Grisetti
0272143576
3457143115
gioele.grisetti.ce@bm.com
Maja Minino
0272143514
3482736150
Maja.minino.ce@bm.com
Luca Bolzoni

Dave Douglas

dave douglas 04 (ph roberto cifarelli).jpgIl nuovo quintetto di Dave Douglas (con la partecipazione dell’eccezionale cantante Aoife O’Donovan e di un fenomenale quanto giovane contraltista come Jon Irabagon): un excursus complesso quanto spettacolare che sembra voler toccare più punti della storia della musica improvvisata, dalle ballate tradizionali alla nuova improvvisazione, dall’ironica rievocazione degli anni Trenta al post-bop al song. Un mosaico composito, mobilissimo, di profonda intelligenza e di non minore fascino, la testimonianza della ricchissima molteplicità linguistica dei nostri giorni e dei suoi più creativi interpreti.

Idris Ackamoor

THE PYRAMIDS 11 nov.jpgIdris Ackamoor   storico interprete californiano che, già negli anni Settanta, a capo di un complesso di grande valore come The Pyramids, ha saputo tracciare una via particolarmente spettacolare e coinvolgente nella riscoperta dell’Africa da parte del jazz e della tradizione afroamericana. Ackamoor offre, con The Pyramids,  un’appassionante performance in cui musica, teatro, memoria e rituale arcaico si fondono in uno spettacolo di fortissimo impatto. 

Archie Shepp

ARCHIE SHEPP 28 ott. credit photo Peter Necessany 3.jpgUna leggenda del jazz il sassofonista Archie Shepp  Con il gruppo Dar Gnawa, storica e affascinante formazione di Tangeri che per antica tradizione rievoca la cultura degli schiavi neri in Nord Africa

Il sassofono di Shepp (artista che già nel 1969 partecipava al Primo Festival Panafricano di Algeri, sottolineando anche ideologicamente il ritorno della cultura africana-americana alle sue origini, per troppo tempo neglette) s’infiamma di passione nella rilettura di un passato tradotto in termini d’esaltazione musicale

Dee Alexander

Una teatrale ma profonda rimeditazione delle tradizioni afroamericane più sentite: la grande cantante Dee Alexander, una fra le più affermate e spettacolari vocalist sulla scena internazionale  DeeAlexander 10 febbr ph.Cifarelli.JPG

Bill Laswell

BILL LASWELL 3 febbr.Photo by Toshiya Suzuki. copia.jpgIl bassista, produttore e compositore Bill Laswellsi spinge ancora più lontano nella sua rilettura delle radici della musica improvvisata. Grazie alla presenza di un tastierista geniale e fuori del comune come Bernie Worrell (figura storica della più sofisticata musica popolare afroamericana), egli le ricollega -in un contesto di vitale e trascinante coinvolgimento del pubblico- alla tradizione del funk e del soul, ma con la presenza del celebrato DJ Krush egli le sospinge ulteriormente fino all’hip hop e al trip hop orientali (Dj Krush, infatti, è considerato il padre dell’hip hop giapponese), in un percorso che evidenzia quanto la cultura africana-americana abbia saputo estendere la sua straordinaria influenza.

Arun Ghosh

Arun Ghosh3 27 genn. -®Sam Ellis 2011.jpgEccellente clarinettista bengalese (ma trapiantato a Londra), Arun Ghosh ha voluto intraprendere un lungo viaggio musicale, dall’India all’Africa. Straordinario virtuoso, Ghosh rilegge la tradizione jazzistica con risultati di innegabile fascino, ricostruendo, attraverso la pratica jazzistica afroamericana, un percorso che è inconfondibilmente indo-europeo e che, negli echi della tradizione bengalese (fusi alla contemporaneità di un coacervo di materiali multietnici, tipico di chi proviene da un particolare e avanzato melting pot come quello londinese) trova accenti che echeggiano anche ben diversi contesti come quelli della cultura musicale zingara e della cultura musicale yiddish, quel klezmer cui Ghosh si affaccia alla fine di un itinerario prolungato e che ha nel jazz e nelle sue radici un vero e proprio passaporto per i lidi più lontani.

Nicole Mitchell

L’inarrivabile flautista Nicole Mitchell porta con se un’altra rilettura delle radici africane, rievocandone i riti arcani, i ritmi del corpo, le sofisticate elaborazioni timbriche, elementi posti al servizio di una formidabile compositrice che, pur nella complessità della sua opera, sa creare pagine affascinanti per la capacità di coinvolgere il pubblico in un incantatorio rituale collettivo che è anche pura danza, al contempo astratta e marcatamente fisica.

Steven Bernstein

Steven Bernstein 2 dic.jpgIl trombettista, leader e arrangiatore Steven Bernstein  con la sua eccezionale Millennial Territory Orchestra (di cui fanno parte solisti di grande rilievo come il violinista Charles Burnham, il contrabbassista Ben Perowsky, il sassofonista Peter Apfelbaum) ripercorre, con la collaborazione di un solista del calibro di Bernie Worrell alle tastiere, le pagine cinetiche e trascinanti di uno fra i massimi complessi musicali afroamericani a partire dagli anni Settanta, Sly & The Family Stone.

Hugh Masekela

hugh masekela3 25 nov.jpgUno strumentista d’importanza autenticamente storica come il trombettista Hugh Masekela, uno fra i più grandi ed acclamati artisti africani, impone la propria straordinaria presenza  Vera e propria leggenda del Sudafrica, Masekela è stato fin dagli anni Sessanta il più acclamato artista africano in esilio, reso viepiù celebre dalla sua straordinaria commistione fra tradizioni sudafricane e jazz e dalle sue instancabili lotte per la libertà del suo popolo. Oggi, Masekela sembra conoscere una seconda giovinezza e ancora porta nel mondo la voce unica e arcana di Mama Africa, esemplificando e rinsaldando i legami che uniscono il continente africano alla diaspora degli schiavi africani in America.

Michael Henderson

Michael Henderson 18 nov.JPGIl celebre bassista Michael Henderson con la sua Electric Miles Band per anni fra i più interessanti collaboratori di Miles Davis e presente in incisioni storiche come Agharta, Get Up With It, On The Corner, Tribute to Jack Johnson, Dark Margus, Pangæa, ci riporta proprio al brulicante universo davisiano degli anni Settanta. All’’epoca, il leggendario trombettista operava la cosiddetta “svolta elettrica”, creando fenomenali gruppi musicali in cui jazz e musica popolare afroamericana si univano come frutto di quel tribalismo che era inscindibile parte della riscoperta delle radici africane. Henderson, a capo di un gruppo di cui fa parte anche Badal Roy, percussionista fra i grandi collaboratori di Davis, rilegge con intensa partecipazione quel periodo, musicale e culturale, di cui egli fu un esponente fra i più carismatici e significativi, capace di operare sia nel campo dell’improvvisazione che in quello delle tradizioni afroamericane più popolari.

Michael Henderson rievoca i proficui rapporti fra mondo dell’improvvisazione e cultura popolare afroamericana 

Caroline Mutoko

Caroline Mutoko è la più popolare e coraggiosa voce radiofonica di Nairobi. Ogni mattina sulle frequenze di Kiss FM conduce il programma The Big Breakfast. Al microfono da dieci anni, parla con intelligenza e sagacia, di cultura e società, ma anche di diritti civili e corruzione, senza temere l’irritazione dei governanti (che nel 2008 l’hanno fatta imprigionare per qualche ora). Il suo nome in Kenya è sinonimo di eloquenza e di candore che non lascia nulla di intentato.
Caroline scrive anche per il quotidiano The Star , una controllata di Radio Africa. Ha partecipato a vari progetti ed è conosciuta per essere un’attivista sostenitrice per i diritti civili.
Caroline Mutoko, ha adottato una bambina, 8 mesi di età il 26 agost
o 2011.
Il 25 luglio 2012, è stata nominata Presidente della Comitato ministeriale per lo sviluppo turistico del Kenya.
Uno dei suoi ultimi appelli radiofonici per le donne ha fatto scaturire molte critiche e dibattiti, perchè propugna una vera indipendenza delle donne africane che non sia basata su una politica dove – come lei stessa dice “il denaro non è mai distribuito in maniera che le donne possano beneficiarne. Al contrario, alimenta una mentalità elemosina, che non vuole mai dare una mano alle donne.”.
Parlando della propria madre, che a 50 anni si è rimessa a studiare per conseguire la laurea e favorire con il proprio lavoro il benessere e la fiducia dei suoi figli in un futuro migliore, Caroline asserisce che “Da nessuna parte è chiaro come lo è in Africa che educare una donna è educare una nazione.” e prosegue dicendo “La donna africana deve essere in grado di dire di no non solo per sé, ma anche per i propri figli, deve essere determinata a diventare economicamente indipendente, ottenere un lavoro, accedere alla copertura sanitaria, migliorare. Insomma essere libere di scegliere il proprio presente e il proprio futuro.”

Vecchioni – Ufficio Stampa Turismo Comune di Cervia

Vecchioni, nato a Milano, vive nella capitale lombarda con la moglie e 4 figli, si è laureato alla Cattolica di Milano e per trent’anni ha affiancato una carriera di grande successo come cantautore alla sua attività d’insegnante di greco, latino, italiano e storia in vari licei classici di Milano.
È considerato fra gli artisti italiani più importanti, influenti e stilisticamente eterogenei, dalla canzone d’autore alla poesia fino alle “canzonette” Vecchioni, amato da un pubblico trasversale, riesce a mantenere alta la raffinata parola che caratterizza i suoi testi pur frequentando il gusto più popolare della musicità italiana.
La sua lunghissima carriera iniziata negli anni Sessanta, passa attraverso il suo più grande successo, l’album Samarcanda del ’77, fino ad arrivare all’anno scorso il 2011 che lo vede vincitore del Festival di Sanremo, dove gli sono stati conferiti anche il Golden Share della Sala Stampa Radio e Tv ed il Premio della Critica del Festival della canzone italiana “Mia Martini” nella sezione “Artisti”.

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