Azure Blue

Per chiunque segue la scena pop scandinava, e svedese in particolare, il nome di Tobias Isaksson dovrebbe essere in cima alla lista dei pezzi da novanta insieme a gente come Jens Lekman, Pelle Carlberg, John Anglegard etc…

C’era lui dietro all’amabile dolcezza folk dei Laurel Music, e sempre lui nella cabina di regia dei due colorati e irresistibili album degli Irene, entrambi progetti usciti sulla leggendaria Labrador Records. A qualche anno di distanza, con la creazione del progetto AZURE BLUE, interamente solista, Tobias confeziona un’importante punto di incontro tra un’immediato indie-pop cantautoriale e un’elettronica effettata da microdettagli tra scie colorate, chitarre scampanellanti, drum machine e beat liquidi. Attraverso nove piccole gemme che delineano un caldo tramonto all’orizzonte in qualche glaciale mare antartico, “Rule of Thirds” si è guadagnato lo status di uno dei migliori esordi scandinavi usciti da diversi anni a questa parte.

Seppur l’atmosfera possa sembrare fredda e malinconica ad un primo distratto ascolto, al contrario, invece, il synth si dimostra caldo ed avvolgente, come in “Seasons”, nostalgico pezzo di riflessi luccicosi o “Little Confusion” in cui le chitarre scampanellanti nuotano fra ritmi sghembi di drum. Acqua cristallina “Long Way Down”, un inno verso sogni lontani, tra diffusioni corali che talvolta sfociano in rimandi alla chillout o al lounge. La morbida voce di Isaksson inoltre si dimostra ottima per intraprendere questo viaggio, sicura e rodata non pecca mai né quando viene messa più flebile in secondo piano per risaltare la liquidità dei beat, prendete ad esempio “Two Heart”, né quando è lei che conduce la rotta, come in “Dreamy Eyes”. – Rockline.it

Nei suoi trentatré minuti di durata possiede una compattezza che i lavori di Laurel Music e Irene non avevano, e ha molto da insegnare, in fatto di songwriting, a tanti altri pur bravi artisti scandinavi “di moda” (dagli emergenti JJ agli sperimentatori Peter Bjorn & John) che mettono insieme indie-pop ed elettronica.- Ondarock.it

Se Laurel Music era il suono di un primo amore perduto e Irene il sogno impossibile di un’estate infinita di amore, AZURE BLUE è la notte del giorno dopo, quella dei ricordi. È la sintesi e la riflessione del futuro in una volta. – Rockline.it
 

Azure Blueultima modifica: 2013-02-23T14:56:27+01:00da musicaon
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