Amanda & la banda Rock on and R’N’B

Soul & Blues forever

Sono ormai una bella realtà del rock-blues milanese (Fabio Treves, Jam aprile 08).
Voce solista ed anima del gruppo è Amanda Tosoni, trascinatrice dotata di grinta e voce rare ed uno stile che ricorda Janis Joplin e Irma Thomas.
Il groove è assicurato da Andrea Caggiari al basso, Max Covini alla batteria, Gabriele Tonsi alla chitarra e Matteo Boldini al piano e all’organo. Il repertorio propone riletture dei classici rock/blues/Funk/soul con stile ed energia, spaziando da Aretha Franklin a Janis Joplin, da Wilson Pickett a Popa Chubby.

Un appuntamento imperdibile tra blues, rock e funky, con tutta l’energia di Amanda e la sua Band in concerti sempre seguitissimi da un pubblico pronto ad infiammarsi e a coinvolgersi con tutta la passione del Blues-Rock più autentico.

I Rockets

I Rockets sono una delle band che più ha rivoluzionato la storia della musica negli anni 70/80.
Sonorità inedite, effetti scenografici spettacolari e soprattutto un look innovativo: 3 fattori che a distanza di 30 anni mantengono vivo nella memoria delle persone il gruppo inventore dello ‘spacerock’.
Il progetto Rockets era nato in Francia nei primi anni 70, dall’incontro tra un gruppo di ragazzi che suonavano assieme (i Crystal) e quello che diventerà il loro produttore e ‘deux ex machina’ Claude Lemoine. Nel 1974 i Crystal diventano Rocket Man e incidono un singolo che porta il loro stesso nome, ma soprattutto abbandonano il look ‘ordinario’ a scapito di tute spaziali, lenti a contatto che rendono grigi gli occhi, si radono a zero i capelli e si ricoprono la pelle con vernice argentata. Nel 75 i 5 ‘alieni’ incidono e pubblicano in Francia ‘Future Woman’, uno dei loro cavalli di battaglia e cambiano definitivamente il loro nome in ‘Rockets’. Anche a livello coreografico cominciano ad assumere movenze molto marziali, mutuando mosse dal karate e assumendo atteggiamenti e comportamenti sempre più ‘alieni’.
Nel 76 registrano il loro primo LP, intitolato semplicemente ‘Rockets’ e si fanno notare per le loro esibizioni in cui introducono per la prima volta su un palco dal vivo luci colorate, fumi e soprattutto un bazooka che lancia fiamme lunghe 3 metri sopra il pubblico. La gente comincia a parlare degli alieni venuti dallo spazio e nel 1977 arrivano per la prima volta in Italia, dove fanno la loro prima apparizione televisiva.
In quel periodo con l’ingresso di Fabrice Quagliotti, che ancora oggi fa parte della band, la formazione diventa stabile e non cambierà più per tutti gli anni di successo del gruppo.
Pubblicano ‘On the road again’ (78) e il vocoder diventa assieme al laser uno dei segni di riconoscimento della band. La loro musica viene pubblicata in numerosi paesi del mondo e anche in Nord America: tra l’altro ‘Spacerock’ fu il primo ‘discomix’ della storia della musica internazionale.
Con ‘Plasteroid’ del 79 il successo si allarga a dismisura e dopo Francia e Italia arrivano al numero uno in altre nazioni europee e proprio ‘Plasteroid’ fu il disco più venduto dell’anno in Italia, dopo che con il disco precedente erano rimasti in classifica per quasi un anno.
Ormai tutti parlano di loro: sulle riviste (specializzate e non), in radio e in tv e soprattutto tra la gente si parla di loro e dei loro live che sono sempre più spettacolari e pirotecnici.
Il successo è tanto che in Italia viene pubblicato a grande richiesta anche un album registrato dal vivo e che documenta il grande successo di pubblico nei loro concerti.
Il 1980 è l’ apoteosi per i Rockets che pubblicano ‘Galaxy’, il loro album più venduto, e che continuano ad avere il tutto esaurito ai loro concerti in cui ormai musica e scenografie li confermano come la band più innovativa in circolazione e il disco di platino, il tour di 200 date e un concerto trasmesso più volte in tv su RAI1 sono i segnali che i Rockets sono all’apice della loro carriera.

Dopo il successo commerciale di ‘Galactica’ uno degli inni musicali degli anni 80, i Rockets tentano altre soluzioni e continuano ad introdurre le nuove tecnologie sia nei loro dischi, che nei loro concerti. ‘PI Greco 3,14’ e ‘Atomic’ sono due album con cui i Rockets continuano ad avere un grande seguito e molto successo, ma nel mondo i gusti musicali stanno radicalmente cambiando e il look argentato comincia ad essere datato.

Nel 1984 il produttore Lemoine, inventore del look e di molte delle soluzioni che hanno reso unici i Rockets, abbandona il progetto e anche all’interno della band, dopo 7 anni di grande successo e grande affiatamento, i rapporti cominciano a incrinarsi e con grande sorpresa, il frontman storico e vera immagine del gruppo, Christian Le Bartz abbandona e il suo posto viene preso da Sal Solo, leader dei Classix Nouveaux. Sempre rasati, ma senza argento e tute spaziali: i nuovi costumi sono disegnati da Victor Togliani e il look da ‘alieno’ diventa ‘futuristico’, come dimostra ad esempio il videoclip di ‘Under the sun’ che fa da sigla al Festival di Sanremo del 1984.
Anche il sound si adatta alle nuove tendenze che arrivano soprattutto dall’Inghilterra.
E’ l’inizio del cambiamento che negli anni successivi, in concomitanza con l’abbandono di altri membri storici, stanchi per gli anni ‘on the road’ e troppo legati al passato, fa perdere alla band parte dell’originalità e della forza iniziale, e anche se i fan continuano a seguirla, dal 92 l’attività discografica si interrompe.
Escono delle raccolte che hanno molto successo, ma il progetto sembra essere terminato e soprattutto manca il contatto dal vivo con i concerti, punto di forza del loro passato.
Con l’avvento di internet però il nome dei Rockets è molto ricercato e si creano delle comunità virtuali di fans che sognano di rivedere i 5 alieni argentati sul palco.
Vengono effettuati alcuni tentativi di riunione, soprattutto legati a Fabrice Quagliotti (tastierista), Alain Groetzinger (batterista) e Alain Maratrat (chitarrista), ma solo nel 2003 esce un nuovo cd dei ‘Rockets’. Il progetto è guidato da Fabrice Quagliotti e con lui sul palco e in studio ci sono LBM (Luca Bestetti) e Little B (Bruno Durazzi): il cd ‘Don’t Stop’, esce nell’estate del 2003 e contiene alcune cover per non distaccarsi dal passato, alcuni strumentali che piacciono molto ai fans e che nei live riscuotono successo e alcune canzoni in cui elettronica e rock si mescolano molto bene.

Nello stesso periodo i fans organizzano un grande evento in cui partecipano alcuni membri della band e in cui addirittura nasce un progetto di band ‘clone’ che replica gli show e il look anni 80 dei Rockets, a dimostrazione di quanto ancora sono amati in Italia i Rockets.
Oltre ai vari fan club nasce un sito ufficiale dei Rockets e riprende l’attività dal vivo della band che sul successo che nutre ancora all’estero, soprattutto in Russia e nei paese dell’est, si esibisce più volte a Mosca e in un’occasione, dopo essere stati premiati dal ministero russo della cultura come una delle band più importanti degli anni 80, si esibisce davanti a 20.000 allo stadio olimpico di Mosca.

In Italia la band è attiva con numerosi showcase in cui ripropone alcuni dei cavalli di battaglia degli anni 80 e con un’attività di concerti dal vivo in cui i successi del passato si alternano alle composizioni più recenti e ai brani inediti che usciranno nel prossimo cd, programmato per la primavera 2008.
Esibizioni spettacolari, con esplosioni, elementi pirotecnici e soprattutto dal vivo grandi coreografie, un megalaser e tanti effetti speciali.
Di grande impatto negli ultimi anni i concerti live a Nova Gorica, Campione, Milano, Mosca ed esibizioni in numerosi eventi anni ’80 in cui i Rockets risultano ancora il gruppo più richiesto e ricordato.
On the road again, Future Woman, Galactica, Electric delight, Astral world, One more mission, Venus Rhapsody,… alle prime note di ogni brano il pubblico esplode e il successo si ripete…
Memorabili i live di Arre che nel 2005 ha visto sotto il palco dei Rockets oltre 6.000 persone e che nel 2007 ha riportato nello stesso luogo quasi 10.000 persone.
Tutto esaurito ovunque come nei concerti recenti del 2007, negli showcase invernali e estivi o come nella notte di Halloween 2007 alla fiera di Padova con oltre 7.000 persone in delirio durante lo show dei Rockets.
Le frequenti apparizioni dei Rockets nei principali network radiofonici e la apparizioni tv stanno riportando attorno alla band un numero sempre maggiore di fans e lo dimostra anche l’inatteso e clamoroso successo di vendite di ‘The Silver Years’, il cofanetto che per la prima volta ripropone su CD i primi 7 ‘storici’ Lp dei Rockets: per 3 volte è stato ristampato per poter seguire le pressanti richieste di vendita.
Un blog e un sito aggiornatissimo e frequentato anche dai membri della band, un myspace molto visitato e un disco in arrivo sono la dimostrazione dell’attività attuale della band.
La notizia più clamorosa è il ritorno con i Rockets di Claude Lemoine, l’inventore del look e vero genio dietro il successo dei Rockets degli anni 80.

Attualmente la band è composta da 5 musicisti:

Fabrice Quagliotti , tastierista e vocoder storico del gruppo, che con oltre 30 anni di militanza, dirige con lo spirito iniziale tutto quello che succede nel mondo dei Rockets. Da tastierista ha sempre seguito tutte le tecnologie e ha innovato il già innovativo sound dei Rockets. Vera superstar degli anni 80, Fabrice cerca di soddisfare le richieste dei fans storici legati al passato del gruppo, ma al tempo stesso cerca di portare avanti un progetto musicale di qualità e spessore.
Rosaire Riccobono , ex bassista dei Visitors (gruppo nato nell’orbita dei Rockets negli anni 80) e bassista già nei dischi e nei tour anni 80 dei Rockets, è uno dei bassisti più noti e richiesti in Francia, dove vive. Musicista con capacità e tecnica sopraffina e soprattutto con un gusto musicale raffinato, Rosaire è il ponte tra il passato e il presente dei Rockets.
Gianluca Martino , chitarrista di grande talento e notevole capacità tecnica, è l’anima rock del sound attuale della band. La sua chitarra ridà vita alle atmosfere originali e le rende molto attuali. Dal vivo è incredibile sia per la tecnica che per la presenza coreografica.
Eugenio ‘UG’ Mori è uno dei più noti batteristi italiani, con un curriculum che comprende dischi e tour con i più grandi nomi della scena musicale internazionale degli ultimi anni. Un batterista con un grande groove che spazia dal jazz al rock più duro, passando per numerosi dischi pop di grande successo.
John Biancale è la voce attuale dei Rockets. Un artista poliedrico che con la sua abilità teatrale rende unici i live della band e soprattutto dotato di una voce potentissima con una incredibile estensione vocale. John è anche l’autore dei testi più recenti della band.

per ulteriore info
www.rocketsland.net

 

Paolo Marzocchi

Pianista e compositore, è nato ed ha studiato a Pesaro. Ha composto ed eseguito musica per contesti più diversi: dal teatro, al cinema, alla radio, fino alle sperimentazioni con altri linguaggi e alla composizione “pura”, ricevendo diverse commissioni per la realizzazione di opere pianistiche e orchestrali, e collaborando anche come esecutore con enti ed istituzioni fra cui l’Arena di Verona, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, il Teatro dell’Opera di Roma, la Biennale di Venezia, l’Orchestra Sinfonica Toscanini, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, la Human Rights Orchestra.
E’ membro del movimento “Musicians for Human Rights”.
Collabora attualmente con un gruppo di artisti tra cui il direttore d’orchestra Michele Mariotti, Alessio Allegrini, lo scrittore Guido Barbieri, il poeta Gianni D’Elia, lo scrittore e poeta Joseph Denize, il regista Michal Kosakowsky, i video artisti Stefano Franceschetti e Cristiano Carloni, il regista Henning Brockhaus.
Insegna presso l’Università degli Studi di Macerata e le Accademie di Belle Arti di Urbino e Macerata.

Israel Varel

Abile e raffinato compositore, batterista, e cantante dalla soprendente e ricca musicalità. Originario di Tijuana, Messico, è considerato uno dei migliori talenti della scena musicale internazionale che grazie alla sua orginalità vanta già collaborazioni con i migliori musicisti del mondo tra i quali: Pat Metheny, Bob Mintzer, Diego Amador, Pino Daniele.

Il suo flamenco-Jazz drumming è la sua cifra stilistica immediatamente riconosibile: flamenco, ritmi latino-americani, atmosfere maqam e colori jazz si fondono in un’entità ormai inscindibile. Il sentimento latino, la raffinatezza melodica e il gusto andaluso della sua musica, sono elementi che assumono un valore irrinunciabile, facendo delle sue composizioni arie che subito s’imprimono nella memoria.

Giovanni Truppi

Dal 1999 al 2003 è leader del gruppo rock “Le Baccanti”, con il quale vince Rock Targato Italia (2003) e partecipa al Neapolis Rock Festival (2002).
Nel 2004 pubblica il suo primo singolo da solista: “La Zzzanzara” (Danda 2004).
Intanto si trasferisce a Roma, dove svolge un’intensa attività live dedicandosi anche al jazz ed alla musica per immagini.
E’ stato opening act per Geoff Farina (Karate), Quintorigo, Tricarico.
Nel 2008 tiene dei concerti negli Stati Uniti (Boston e New York), dove suona con Dana Colley (Morphine, Twineman) e Geoff Farina (Karate).
In Italia, ha diviso il palco con Tricarico, Quintorigo, Geoff Farina, Paola Turci, Niccolò Fabi ed altri.
Da pochi mesi è stato pubblicato il suo disco d’esordio “C’è un me dentro di me” dall’etichetta indipendente romana CinicoDisincanto, seguito da un tour di circa quaranta date in tutta Italia.

Odette Di Maio

Odette Di Maio, cantante dei Soon, si propone unplugged con chitarra acustica e voce, da sola, in un percorso musicale che attraversa l’America di ieri e di oggi. Come in un viaggio “on the road”, si potranno incontrare la West Coast dei gruppi californiani come Buffalo… Springfield o Four Non Blondes; la New York dei Velvet Underground, Suzanne Vega e Patti Smith; la grande provincia americana di Edie Brickell, Nirvana e Bruce Springsteen, ma anche il Canada di Neil Young e Alanis Morrissette. Odette propone comunque anche il meglio del suo repertorio, dai Soon alla sua più recente produzione originale. In un incontro “senza rete” con un’artista italiana che ha viaggiato veramente on the road per gli Stati Uniti vivrete l’emozione di canzoni dal suono puro legate alla tradizione del più grande rock e folk americano.

Lo spirito di avventura di Odette,  l’ha portata con la sua chitarra su una moto per gli sconfinati paesaggi della West Coast americana nel 1992, nel Sud Est Asiatico, a Singapore, per una tournée di tre mesi con il gruppo rock EPIC e in tour a New York e nel New England con il suo amico cantautore Ben Slavin nel 2003.