Afrocentrismo

L’afrocentrismo che ha caratterizzato gran parte della musica improvvisata afroamericana a partire dagli anni Sessanta. Un momento importante nella cultura del secolo scorso che, sin dai suoi albori, ha trovato, nella riscoperta di un antichissimo e lacerato continente, nuovi stimoli per la creatività, in Europa come nel Nuovo Mondo. Il Ventesimo secolo, in cui il jazz ha fatto da araldo e da battistrada per una riscoperta ed un riconoscimento della cultura africana, ha assistito alla dilagante influenza esercitata dalle molteplici tradizioni africane, soprattutto, ma non solo, in ogni ambito musicale. Al ricordo e alla ricostruzione nella memoria dell’originaria patria africana da parte di molti artisti africano-americani, si accompagnava anche la nascita di peculiari aggregazioni comunitarie, vere e proprie forme di tribalismo che non intendevano riproporre in ambito contemporaneo forme di relazioni e criteri identitari considerati arcaici, ma che si presentavano –in una società, come quella americana, ancora avvelenata dal razzismo e dilacerata dalle lotte per i diritti civili- come riformulazione creativa delle appartenenze con l’utilizzo di simbologie e tratti culturali avulsi dai contesti originari: si pensi all’Arkestra di Sun Ra o ai gruppi guidati da Miles Davis nel corso della sua “svolta elettrica” o, ancora, a formazioni musicali come The Pharaohs o The Pyramids, che nella rielaborazione del mito africano intendevo ritrovare un’originaria identità perduta (un tratto già presente, ad esempio, nella “jungle” evocata da Duke Ellington). Un periodo storico particolare e intenso, i cui effetti riverberberano fino ai nostri giorni, anche nelle nuove comunità identitarie formatesi nei molteplici incroci fra globalizzazione, dialogo interetnico e Internet.

Afrocentrismoultima modifica: 2012-09-06T06:13:33+02:00da musicaon
Reposta per primo quest’articolo