Manon Lescaut di G. Puccini – Firenze (FI)

Da venerdì 18 febbraio a 26 febbraio 2011

Manon Lescaut, ovvero come Puccini diventò (o iniziò a diventare davvero) Puccini. Sostenuto dalla fiducia di Giulio Ricordi, che scommise sulle sue doti, e dalla perfin sfrontata fiducia nelle proprie capacità, il giovane Puccini osò sfidare, nella scelta del soggetto, un mostro sacro del melodramma dell’epoca, Jules Massenet, la cui Manon allora furoreggiava: “Massenet lo sentiva da francese, con la cipria e i minuetti, io lo sento da italiano, con passione disperata” . Così perentoriamente Puccini e con perfetta consapevolezza che la sua Manon avrebbe offuscato quella del rivale. E certo a Puccini poco interessa il Settecento del romanzo di Prévost, il cui ripensamento relega in poche scene del secondo atto, dove “cipria e minuetti” servono a descrivere la vita, che profondamente l’annoia, di Manon presso Geronte. Il resto è appunto “disperata passione”, quella che lega i due giovani amanti in un amore folle e impossibile, impossibilità di cui Des Grieux si mostra intimamente convinto (“Ah, Manon, mi tradisce il tuo folle pensier”), senza che ciò gli impedisca di seguire letteralmente in capo al mondo la sua incostante amata. Con Manon, Puccini ci rivela la prima delle sue straordinarie protagoniste femminili – è infatti sempre la giovane a condurre il gioco e Des Grieux ad assecondarla -, accompagnandola con infallibile percezione psicologica nelle tempestose vicende di una vita breve e bruciante. Manon è insieme innocente e perfida, disinteressata ed avida, ma sempre fedele ad un’agognata e mai raggiunta sete di vita, che per lei si concreta in passione amorosa, cui resta fedele anche di fronte alla morte: “Le mie colpe… travolgerà l’oblio, ma l’amor mio… non muore”. Una passione “disperata” che rompe i freddi schemi “galanti” e le ipocrite forme del fatuo mondo che circonda i due giovani e li condanna all’isolamento: quella società incipriata infatti non può, nonché comprendere, neanche tollerare la forza travolgente di quell’amore. E il deserto americano in cui Manon muore è evidente metafora della solitudine che avvolge i due amanti, spinti inesorabilmente verso il loro drammatico destino, che niente può impedire. Puccini riveste questa incandescente materia di un linguaggio musicale ormai personalissimo (anche se suscettibile di un continuo approfondimento nelle opere successive), sostanziato da accensioni liriche di bruciante intensità sentimentale – mentre scompaiono quasi completamente le arie e le romanze proprie del melodramma ottocentesco – che si alternano alle prime prove di quel “canto di conversazione” che sarà una delle acquisizioni maggiori del Puccini maturo. E con un perfetto dominio della scrittura orchestrale, grazie ad uno stile insieme originale ed aggiornato agli esiti ultimi della musica europea, dall’opera francese a Wagner, della cui lezione sono tracce evidenti ma non volgarmente imitative soprattutto nel celebre Intermezzo.
Manon Lescaut andò in scena al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893: otto giorni dopo, il 9, alla Scala nacque Falstaff, l’ultima opera di Verdi: più che un segno del destino, un ideale passaggio di testimone quale protagonista indiscusso dell’opera italiana nel mondo.

Presentata in un allestimento della Lyric Opera di Chicago nuovo per Firenze e con un cast vocale di assoluto rilievo, questa Manon ha il suo punto di riferimento nel ritorno sul podio dell’Orchestra del Maggio di Bruno Bartoletti, direttore di fama internazionale e pucciniano doc. Musicista che ha segnato la storia del Teatro del Maggio, prima Direttore stabile dell’Orchestra e poi Direttore artistico, Bartoletti ha legato il suo nome ad avventure culturali che l’hanno visto protagonista apprezzato di numerose prime esecuzioni assolute o fiorentine di titoli decisivi della musica novecentesca e contemporanea, nonché dei capolavori più amati della grande tradizione del melodramma italiano 

Teatro Comunale di Firenze
Corso Italia, 12
Firenze (FI)

MANON LESCAUT
Opera in quattro atti

Musica
Giacomo Puccini

Libretto
Giuseppe Giacosa
Luigi Illica
Ruggero Leoncavallo
Marco Praga
Giacomo Puccini
Giulio Ricordi

Direttore
Bruno Bartoletti

Regia
Olivier Tambosi

Scene e costumi
Frank Philipp Schlössmann

Luci
Duane Schuler

Manon Lescaut
Adina Nitescu
Michele Capalbo (22)

Lescaut
Roberto de Candia

Il Cavaliere des Grieux
Walter Fraccaro
Francesco Anile (22)

Geronte de Ravoir
Danilo Rigosa

Edmondo
Andrea Giovannini

L’oste
Giovanni Bellavia

Il maestro di ballo
Stefano Consolini

Un musico
Tiziana Tramonti

Sergente degli arcieri
Giovanni Bellavia

Un lampionaio
Bruno Lazzaretti

Un comandante di marina
Lisandro Guinis

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Nuovo allestimento
Produzione Lyric Opera Chicago

Manon Lescaut di G. Puccini – Firenze (FI)ultima modifica: 2011-02-21T14:05:00+01:00da musicaon
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